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A Villa Panza “Un altro sguardo”, la nuova mostra con le opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa
A Villa Panza “Un altro sguardo”, la nuova mostra con le opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa
Dal 10 aprile, gli spazi di Villa e Collezione Panza ospitano la mostra “Un altro sguardo. Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa”, progetto espositivo a cura di Gabriella Belli, Gemma De Angelis Testa e Marta Spanevello, visitabile fino al 12 ottobre 2025.

La mostra, promossa dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, segna l’apertura di un ciclo dedicato al collezionismo come chiave di lettura del presente e strumento di educazione culturale. Il progetto nasce con l’obiettivo di affiancare alla visione spirituale di Giuseppe Panza di Biumo, il collezionista che ha dato vita alla celebre raccolta permanente della Villa, nuovi modi di concepire e vivere la pratica del collezionare.
Una collezione come specchio del tempo
Gemma De Angelis Testa, fondatrice dell’Associazione ACACIA, porta a Varese una selezione di 39 opere della collezione privata che ha cominciato insieme a suo marito, il celebre pubblicitario e artista Armando Testa e poi proseguita dopo la sua morte, alcune mai esposte prima, tra cui lavori di Cy Twombly, Ai Weiwei, Cecily Brown, Marina Abramović, Andres Serrano, Shirin Neshat, William Kentridge, Bill Viola e molti altri.
La sua raccolta, come lei stessa ha raccontato: «È frutto di un lungo cammino interiore, iniziato negli anni Novanta dopo la scomparsa di mio marito. In molti pensavano che dopo la sua morte avrei smesso di collezionare. Ma chi è collezionista lo è per sempre, e io e Armando lo eravamo». Così l’arte si è fatta rifugio, strumento di indagine e dialogo con il mondo. Il percorso espositivo riflette questa vocazione: undici sezioni tematiche affrontano, tra gli altri, il tema dell’identità femminile, della memoria, della censura, della migrazione e del sublime, comprendendo non solo opere dei già citati artisti, tra i più famosi degli ultimi decenni, ma anche dello stesso Testa, tra i quali anche il manifesto realizzato in occasione del referendum sul divorzio.
Un dialogo tra visioni
L’accostamento tra la collezione Panza e quella di Gemma Testa non mira al confronto tra due personalità, ma piuttosto tra due sguardi diversi e complementari sull’arte contemporanea. Da un lato la ricerca introspettiva e spirituale di Panza; dall’altro l’attenzione di Testa verso le dinamiche del presente, i diritti civili e la condizione dell’essere umano in un mondo in continua trasformazione.
«Un altro sguardo non vuole solo esporre, ma anche interrogare – Ha spiegato Gabriella Belli – È un invito a guardare oltre la superficie, a lasciarsi toccare dal pensiero critico e dalla sensibilità che ogni opera racchiude».
Il percorso della mostra
Il percorso di mostra, articolato in undici sezioni, intreccia il vissuto personale di Gemma Testa con le sue scelte collezionistiche. Ogni ambiente interpreta le linee di ricerca e gli interessi della collezionista: dall’espressione gestuale e libera della pura pittura, all’elaborazione analitica e concettuale del pensiero, dalla condizione della donna alle tematiche identitarie, fino alla memoria, alla censura e alla politica.
Tra i lavori selezionati, all’ingresso del primo piano della villa, si incontrano opere di Cy Twombly, Robert Rauschenberg e Mario Merz, che segnano l’inizio dell’attività di ricerca di Gemma Testa. Il percorso prosegue con lavori di Francesco Lo Savio, Gianni Piacentino e Joseph Kosuth, artisti tra minimal e concettuale, la cui presenza in collezione riflette la sintonia della collezionista con le tendenze artistiche del tempo. Un cambio significativo emerge nella sezione dove è documentato un momento di svolta nel percorso collezionistico di Gemma Testa che, affrancandosi dalle correnti consolidate, sceglie di seguire una sua personale visione. Qui trovano spazio i lavori di Elizabeth Neel, Andreas Breunig, Cecily Brown, Anselm Reyle, Gregor Schneider e Oscar Murillo, che esplorano la pittura per la pittura, ovvero il linguaggio pittorico nelle sue molteplici declinazioni.
La narrazione espositiva procede poi con lavori di Francesco Vezzoli, Vanessa Beecroft, che concentrano le rispettive ricerche sulla donna-icona, analizzandone corpo, espressività e costruzione simbolica dell’immagine pubblica tra codici culturali e stereotipi. Segue una selezione di artiste e artisti – Shirin Neshat, Andres Serrano, Bill Viola, Marina Abramović, Pipilotti Rist e Monica Bonvicini -, che affrontano invece il concetto di identità di genere con una particolare riflessione sul mondo femminile, evidenziandone i meccanismi di subordinazione radicati nella storia, nelle tradizioni e nelle religioni.
A queste tensioni fa eco il lavoro di Pascale Marthine Tayou, che attraverso i suoi lavori affronta le sue origini africane e le aspettative a esse legate. A completare le riflessioni proposte in questi ambienti, una scultura di Armando Testa Senza titolo (Segno) del 1990, in cui il corpo di Cristo si fa struttura e la struttura si fa corpo, in una simbiosi tra significato e significante.
Sono anche esposti due suoi iconici manifesti, sintesi di un’estetica del messaggio pubblicitario, ma al tempo stesso emblema della storia personale della collezionista.
Scendendo a piano terra, nell’Ala dei Rustici, si incontra una selezione di video installazioni con due lavori di Sabrina Mezzaqui, omaggi alla bellezza di una natura materna, e tre opere che affrontano il tema della patria di Adrian Paci la cui vicenda artistica si intreccia indissolubilmente con la storia e gli eventi politici della sua Nazione d’origine. Nella Scuderia Grande viene invece indagato il tema delle persecuzioni politiche, culturali o religiose e le conseguenti diaspore attraverso i lavori di Yan Pei-Ming, Ai Weiwei e William Kentridge, in cui le opere diventano veicoli di riflessione sui meccanismi di potere che condizionano identità e libertà di espressione. Il percorso si conclude con i lavori di Grazia Toderi e Thomas Ruff, che si confrontano con l’infinito e il sublime, e con un’opera di Peter Fischli & David Weiss installata nel parco della villa.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue con saggi di Gabriella Belli – responsabile del progetto scientifico di Villa e Collezione Panza, Marta Spanevello – curatrice di Villa e Collezione Panza, Gemma De Angelis Testa, collezionista e fondatrice di ACACIA (Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana) e Elisabetta Barisoni – responsabile della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.
© Villa Panza. Un Altro Sguardo. Foto di Lorenzo Pennati, 2025 © FAI
Informazioni utili
La mostra, che si sviluppa al primo piano della villa e nelle scuderie in una splendida fusione con le opere della permanente, è aperta dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.15).
Il biglietto intero costa 15 euro, con riduzioni per studenti, famiglie e iscritti FAI. L’evento gode del patrocinio di Regione Lombardia, in collaborazione con il Comune di Varese e con il sostegno di Ferrarelle, Pirelli e BRT.
Per maggiori informazioni e prenotazioni:
www.villapanza.it
www.fondoambiente.it
Fonte: articolo di varesenews