A Milano arriva una grande mostra su Giorgio Morandi
A Milano arriva una grande mostra su Giorgio Morandi
A distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna, Milano dedica una grande mostra a Giorgio Morandi (Bologna, 1890-1964) per celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Un corpus di circa 120 capolavori ne ripercorre l’intera opera – dal 1913 al 1963 – attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, a partire da quelli fondamentali del Museo Morandi di Bologna e delle raccolte milanesi, cioè la Pinacoteca di Brera, del Museo del Novecento e di Villa Necchi-Campiglio, fino ad arrivare ai prestiti internazionali da parte del Musée Jenisch di Vevey e le collezioni pubbliche di Winterthur e Siegen.Le ultime mostre dedicate a Morandi.
Negli ultimi anni il nome del grande maestro del ‘900 è riecheggiato all’estero e in Italia, con retrospettive ad hoc e grandi risultati in asta. Nel 2019 era la volta della grande mostra sull’artista al Guggenheim di Bilbao, nel 2021 quella alla Fondazione Mapfre di Madrid, e poi il grande risultato da Sotheby’s, che nel novembre 2022 ha visto una splendida Natura morta del 1959 fissare il nuovo record in Italia per un’opera dell’artista, arrivato alla cifra di € 3.423.000.
Il percorso della grande mostra milanese dedicata a Giorgio Morandi
Curata da Maria Cristina Bandera, promossa dal Comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 ORE Cultura in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi e realizzata grazie al Gruppo Unipol, main sponsor, e Bper banca, la mostra Morandi 1890-196 segue un criterio cronologico che ne documenta l’evoluzione stilistica e il modus operandi: natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure, nelle diverse tecniche di pittura, acquaforte e acquerello. A metà percorso, una suggestiva installazione video ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni.
Fonte: Claudia Giraud – Artribune