Arte

A Milano la Fondazione Rovati apre un museo d’arte etrusca e contemporanea

A Milano la Fondazione Rovati apre un museo d’arte etrusca e contemporanea

Si alza il sipario sulla nuova sede della Fondazione Luigi Rovati a Milano. Da mercoledì 6 luglio acquisisce forma una delle operazioni culturali più attese fra quelle in progress in città. Aprono infatti al pubblico il giardino con il padiglione espositivo (con una mostra che racconta lo sviluppo del cantiere), la sala conferenze, la sala studio, il primo punto vendita della casa editrice Johan&Levi (che funge da bookshop del museo), il caffè-bistrot con affaccio sul rigoglioso giardino e un’opera di Mauro Ceolin e il ristorante all’ultimo piano dell’edificio (con un panorama strabliante sullo skyline di Milano), con un’opera site specific di Andrea Sala (e lavori di Paolini, Kentridge, Jodice e Ruff). Se tutta la struttura, come vedremo, è stata disegnata e pensata da Mario Cucinella, bistrot e ristorante sono entrambi un progetto di Flaviano Capriotti e sono gestiti dallo chef Andrea Aprea.

Si punta invece su settembre per l’atteso museo d’arte sostenuto dalla medesima istituzione scientifico-culturale, sorta nel 2016; al via il 1° settembre le prenotazioni per le visite museali, che saranno gratuite per l’intero mese. L’annuncio dell’inaugurazione arriva a cinque anni di distanza dalla prima intervista ad Artribune di Giovanna Forlanelli Rovati, oggi presidente della Fondazione e del suo comitato scientifico: una conversazione focalizzata sugli obiettivi del progetto (non solo) museale promosso dalla famiglia Rovati negli oltre 3.000 mq dello storico palazzo di Corso Venezia, 52. Il processo di restauro, ampliamento e riqualificazione dello stabile è stato affidato appunto allo studio MCA – Mario Cucinella Architects, che in questi stessi anni ha rafforzato la propria presenza a Milano, aprendo in città la seconda sede dello studio e portando avanti ambiziosi cantieri: dall’ “iceberg” dell’ospedale San Raffaele a SeiMilano; dal Centro Direzionale Unipol fino al più recente masterplan di West Gate, nell’ambito di MIND, per citarne alcuni. In attesa dunque del completamento sia degli spazi museali ipogei, che come noto saranno destinati alla collezione etrusca della Fondazione, che delle sale del piano nobile dello stabile, nel quale le opere d’arte contemporanea (con opere anche site specific e commissionate appositamente di Luigi Ontani, Giulio Paolini, Francesco Simeti e molti altri) saranno esposte insieme a ulteriori reperti archeologici, una significativa porzione della sede è pronta per entrare in attività.

APRONO I PRIMI SPAZI DELLA FONDAZIONE ROVATI A ROVATI

Nella sede della Fondazione intitolata al medico, ricercatore e imprenditore farmaceutico Luigi Rovati verranno svolte iniziative coerenti con i principi di utilità sociale che hanno ispirato la genesi dell’istituzione. Sebbene il museo d’arte etrusca&contemporanea rappresenti la punta di diamante del programma, oltre a essere l’intervento architettonico più rilevante dell’intero progetto di riqualificazione, fin dalla gestazione l’obiettivo dichiarato è stato quello di concepire un luogo destinato non solo alla fruizione delle opere d’arte. Spazio, dunque, anche al pensiero, allo studio e alla sperimentazione, in un’ottica di apertura alla città e con l’intento di stringere legami con il suo tessuto culturale. Propositi che si riflettono nel calendario degli appuntamenti che, proprio a partire dal 6 luglio, scandiranno il conto alla rovescia verso l’inaugurazione degli ambienti museali. Utilità sociale, Creazione, Spazio, Relazione sono quattro degli otto codici fondamentali del cosiddetto “metodo” della Fondazione Rovati: per l’intero mese di luglio, ciascuno di questi concetti verrà analizzato in un ciclo di incontri settimanali (aperti al pubblico, su prenotazione), scandito dalla partecipazione, fra gli altri, di Giovanna Forlanelli Rovati e dell’architetto Cucinella. Teatro di questo palinsesto sarà la sala conferenze della sede, mentre nel Padiglione, collocato nel giardino, visitabile la mostra Fondazione Luigi Rovati: il cantiere e il processo. Si tratta di un progetto espositivo curato dal comitato scientifico (a comporlo Mario Abis e Mario Cucinella, con il coordinamento di Salvatore Settis), incentrato sul percorso che ha condotto alla riattivazione, dopo una fase di disuso, dell’edificio in Corso Venezia e alla sua trasformazione in multiforme polo culturale.

A SETTEMBRE APRE IL MUSEO D’ARTE DELLA FONDAZIONE ROVATI

La Fondazione Rovati si è insediata nell’ottocentesco Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro: sette piani (due dei quali interrati), di fronte ai Giardini Montanelli. Schematicamente: nel piano interrato spazio espositivo; nel piano terra ingresso, bistrot, giardino e padiglione espositivo; al mezzanino gli uffici; al piano nobile ancora museo (complessivamente circa 1000mq espositivi); al piano superiore sala conferenze e l’ultimo piano tutto per il ristorante da 400mq di chef Aprea che puntando ‘almeno’ a riprendersi le sue Due Stelle Michelin dice “qui ho realizzato il mio sogno, lavoro affinché diventi il ristorante di Milano per antonomasia”. Tre i macro-interventi previsti dal progetto architettonico: l’adeguamento all’uso pubblico del grande giardino sul retro dello stabile nel quale spiccano le calotte della cripta espositiva sottostante; la realizzazione e l’allestimento del museo etrusco, che occupa appunto sia gli spazi ipogei; la conservazione e il restauro del piano nobile e la creazione di ambienti consoni alle altre attività, incluse le mostre temporanee e la consultazione dei volumi della biblioteca della Fondazione. Quest’ultima, attualmente con sede a Monza, è specializzata in archeologia e arti contemporanee.

Nonostante la riservatezza che ha accompagnato in questi anni il cantiere, è già parzialmente nota l’identità del museo ipogeo destinato alla collezione etrusca. A contraddistinguerlo saranno ambienti avvolgenti, dalle forme sinusoidali e, dal punto di vista dei materiali, l’impiego della pietra serena posata orizzontalmente e collocata secondo livelli stratificati. Rappresenta un unicum lo shop Johan & Levi, dove accanto alle pubblicazioni del catalogo editoriale proprio, saranno disponibili titoli di altri editori legati ad archeologia, etruscologia, storia, architettura e design, e proposte editoriali per i più piccoli oltre che oggettistica d’artigianato di qualità realizzata ad esempio assieme a realtà come San Patrignano o Aspesi. In vendita anche gli oggetti di design disegnati dall’architetto Mario Cucinella, e di Marianna Kennedy, fra gli artisti della collezione permanente. Negli spazi della Fondazione Luigi Rovati d’ora in poi si svolgeranno anche le iniziative pubbliche targate Johan & Levi, che andranno a sommarsi a seminari, presentazioni, incontri regolarmente ospitati nel nuovo hub culturale milanese. Il museo punta a coinvolgere le persone, farle entrare, fargli fare cose all’interno dello spazio conferma la direttrice Monica Loffredo, rilancia Andrea Aprea: “subito dopo l’estate allargheremo gli orari e apriremo il bar al piano terra e nel giardino fin dalle 8 del mattino” spiega lo chef “e metterò il caffè e il croissant a cifre tranquille, come un bar qualsiasi, voglio che le persone vengano in questo posto meraviglioso a far colazione al mattino vivendolo come un pezzo di città”. Anche questo è fare un nuovo museo.

Articolo di Valentina Silvestrini – Artribune