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Arte Povera
Arte Povera
A partire dal 9 ottobre 2024, la Pinault Collection presenta alla Bourse de Commerce una mostra di grande rilievo dedicata all’Arte Povera. Tra eredità e influenza, la mostra attraversa oltre 250 opere storiche, contemporanee e provenienti da questo importante movimento artistico italiano degli anni ’60.
Questa esposizione si propone di illuminare sia la nascita italiana che la diffusione internazionale di questo movimento, attraverso le opere dei tredici principali protagonisti dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio. Nell’architettura singolare della Bourse de Commerce, trasformata dall’architetto giapponese Tadao Ando, la mostra è concepita come un paesaggio da attraversare, che diventa il terreno dove si radica la poetica infinita dell’Arte Povera.
Curata da Carolyn Christov-Bakargiev, riconosciuta a livello internazionale come specialista di questo movimento artistico, l’esposizione “Arte Povera” raccoglie una cinquantina di opere storiche ed emblematiche della Collezione Pinault, messe in dialogo con quelle di altre prestigiose collezioni pubbliche e private.
Un movimento di materiali ed energia
“Verso la metà degli anni ’60, un certo numero di artisti italiani – prevalentemente provenienti da Torino, Genova, Bologna, Milano e Roma – ha dato vita a un corpus di opere originali, dallo spirito libero, totalmente non convenzionali e non dogmatiche, ampliando così i confini della pittura, della scultura, del disegno e della fotografia, creando le prime ‘installazioni’ della storia dell’arte, nonché opere e azioni performative.
Utilizzando materiali e tecniche semplici, questi artisti hanno creato installazioni che coinvolgono lo spettatore all’interno dell’opera. Privilegiando elementi ‘naturali’ e ‘rurali’ (come la terra, le patate, l’insalata, l’acqua, il carbone, gli alberi, i corpi vivi di animali e umani, ecc.), ‘artificiali’ e ‘urbani’ (elementi trovati nelle ferramenta come lastre di acciaio inossidabile, lingotti di piombo, lampadine, travi di legno, tubi al neon, ecc.), le loro opere attivano flussi di energia fisica e chimica, e persino psichica, richiamando nozioni di memoria ed emozioni per interpellare gli spettatori“, afferma la curatrice.
Oltre 250 opere in dialogo
Oltre al nucleo di opere dei tredici artisti associati all’Arte Povera, la mostra include pezzi e documenti che ripercorrono le tappe fondamentali di quello che può essere considerato come i prodromi del movimento. Nella mostra, i tredici artisti sono associati a personalità, movimenti, epoche o materiali che hanno avuto una profonda influenza su di loro, come Giorgio De Chirico per Paolini, Malevich per Kounellis e un’icona di Sano di Pietro per Marisa Merz.
Sebbene l’Arte Povera sia stata identificata come movimento artistico già dalla fine degli anni ’60, la sua influenza fu e rimane considerevole. In tutti gli spazi della Bourse de Commerce, tredici artisti, la cui pratica rappresenta una forma di risonanza con l’Arte Povera, proseguono questa lunga storia, da David Hammons, William Kentridge, Jimmie Durham, Anna Boghiguian negli anni ’80 fino a Pierre Huyghe, Grazia Toderi, Adrián Villar Rojas negli anni ’90, fino a Mario Garcia Torres, Renato Leotta, Agnieszka Kurant, Otobong Nkanga, Theaster Gates e D Harding negli anni 2000. Ognuno a modo suo interroga, attiva e continua questo lascito.
Le opere della mostra “Arte Povera” della Collezione Pinault sono messe in risonanza con quelle del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Torino), Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT (Torino), Kunstmuseum Liechtenstein (Vaduz), Museo e Real Bosco di Capodimonte (Napoli), Galleria d’Arte Moderna (Torino), Centre Pompidou (Parigi), Tate (Londra), tra altre importanti collezioni pubbliche e private.