Dopo 400 anni torna a Napoli la Madonna del Pesce di Raffaello
Dopo 400 anni torna a Napoli la Madonna del Pesce di Raffaello
Sono tre i dipinti straordinari che un tempo facevano parte della Chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli: la Flagellazione di Cristo di Caravaggio, attualmente ospitata a Palazzo Reale, l’Annunciazione di Tiziano, al Museo di Capodimonte, e la Madonna del Pesce di Raffaello, destinata inizialmente alla cappella della famiglia del Doce della chiesa napoletana ed ora in mostra a Capodimonte.
L’opera, che fu dipinta da Raffaello a Roma mentre affrescava le stanze vaticane, è tornata a Napoli, dopo 400 anni, direttamente dalla Spagna. Ed è protagonista indiscussa della mostra “Gli spagnoli a Napoli, il rinascimento meridionale”, curata da Riccardo Naldi e Andrea Zezza, visitabile al Museo di Capodimonte fino al prossimo 25 giugno.
Gemella di un’altra mostra, “Otro Renascimento”, realizzata nel 2022 al Museo del Prado, questa esposizione napoletana, il cui allestimento è stato curato dall’architetto spagnolo Francisco Bocanegra, esalta il dialogo continuo tra le opere pittoriche e quelle scultoree, in un’alternanza costante tra Spagna e Italia: sono tanti i dipinti di Marco Cardisco, Pedro Machuca, Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Alonso Berruguete, fino ad Andrea Sabatini da Salerno e agli scultori Giovanni da Nola e Girolamo Santacroce.
Bellissimi anche i grandi codici miniati antifonali della liturgia, così come le grandi sculture lignee che si scorgono durante il percorso. Ma quello che ferma lo spettatore e ne cattura, rapito, lo sguardo, sono proprio i colori del grande dipinto di Raffello, perfettamente collocato di fronte alla grande scultura in marmo, presa in prestito dal museo Nazionale di Napoli, che ricorda per dimensioni il corpo della Vergine.
Le dimensioni della Madonna sono davvero molto simili a quelle della scultura. Il dipinto raffigura l’immagine sacra tra la Madonna col Bambino sul trono rialzato, l’arcangelo Raffaele con Tobia e San Girolamo, con il leone addomesticato. Il grande animale è raffigurato completamente ammansito dopo che l’arcangelo curò la zampa ferita da una spina, ma l’opera deve il suo nome al giovane Tobia che reca in mano, in riferimento biblico, il pesce velenoso con la cui bile il giovane avrebbe guarito il padre dalla cecità.
Tutta l’esposizione, che si ammira in un crescendo di suggestioni, che guidano i visitatori dall’inizio fino alla fine, racconta uno dei momenti più fecondi e meno conosciuti della civiltà artistica napoletana: i primi trent’anni del Cinquecento, periodo che, sotto il profilo politico, vide l’estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli alla Corona di Spagna, sotto Gonzalo Fernandez de Cordoba, il Gran Capitano, che a Napoli diventa viceré.
Sotto il profilo culturale, poi, ci si avvicina all’apice della grande stagione umanistica: le novità artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono, appunto, prontamente recepite e reinterpretate in modo originale a Napoli.
La differenza principale tra la mostra di Napoli rispetto a quella di Madrid è, però, il forte legame con il territorio: molte delle opere degli artisti del periodo sono presenti nelle chiese cittadine, in particolare a San Giovanni a Carbonara, nel complesso conventuale di San Severino e Sossio e anche a San Giacomo degli Spagnoli, simbolo della presenza politica e culturale della Spagna a Napoli, ovvero proprio l’oggetto della mostra.
L’esposizione – realizzata, in partenariato con il Museo Nacional del Prado, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Ambasciata italiana a Madrid, con il Ministero dell’Interno-FEC Fondo edifici di culto e la Curia di Napoli – è finanziata grazie al progetto POC Capodimonte. Le rotte dell’arte della Regione Campania, gode del patrocinio del Comune di Napoli con la GESAC come main sponsor ed è stata realizzata grazie al supporto dell’associazione Amici di Capodimonte.
Informazioni utili
Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale
Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sala Causa – Napoli
13 marzo – 25 giugno 2023
Mostra organizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, in partenariato con il
Museo Nacional del Prado, direttore generale Miguel Falomir Faus
A cura di Riccardo Naldi e Andrea Zezza
capodimonte.cultura.gov.it