New York è la migliore città d’arte degli Stati Uniti. Il perché lo spiega uno studio economico
New York è la migliore città d’arte degli Stati Uniti. Il perché lo spiega uno studio economico
New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago e Miami sono le migliori città d’arte degli Stati Uniti. A decretarlo è uno studio pubblicato da UBS, società finanziaria svizzera, e l’economista Clare McAndrew. Come ogni anno, il report ha lo scopo di illustrare l’andamento del mercato dell’arte a livello globale e, per la prima volta, l’economista ha affiancato lo studio a un secondo report diretto a illustrare in che modo le città degli USA partecipano alle dinamiche e agli sviluppi del sistema dell’arte internazionale.
NEW YORK È LA MIGLIORE TRA LE 5 MIGLIORI CITTÀ D’ARTE DEGLI STATI UNITI
Stando allo studio condotto da McAndrew, nel 2021 negli Stati Uniti è stata effettuata quasi la metà delle vendite d’arte a livello internazionale, per un volume di affari pari a quasi 28 miliardi di dollari. E in questo scenario, ad avere un ruolo da protagoniste sono New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago e Miami, centri in cui si svolgono le principali fiere d’arte e sono presenti i principali musei e gallerie. Facendo un’ulteriore analisi, tra queste cinque città a spiccare su tutte è New York, che continua così a essere la capitale dell’arte degli Stati Uniti, ospitando il 26% di istituzioni artistiche e organizzando il 36% di mostre di tutto il Paese tra il 2017 e il 2021. A queste percentuali se ne aggiungono altre: nella Grande Mela è presente il 37% delle gallerie dell’intera nazione, e il 16% delle organizzazioni non profit.
LE 5 MIGLIORI CITTÀ D’ARTE DEGLI STATI UNITI E IL LAVORO DEGLI ARTISTI
Collaborando con Wondeur AI, startup che attraverso l’intelligenza artificiale ha dato vita a un database che raccoglie dati e lavori di artisti nati dopo il 1900, McAndrew ha calcolato che nonostante gli artisti affermati rappresentino solo il 4% del database di Wondeur AI, a loro è stato dedicato il 47% delle mostre istituzionali e il 23% di esposizioni in gallerie d’arte, sempre in un periodo compreso tra il 2017 e il 2021. Gli artisti emergenti, invece, rappresentano l’84% del database, ma a loro è stato dedicato solo il 17% delle mostre istituzionali e il 36% delle mostre in galleria. “Questa ricerca ci ha permesso di esaminare la struttura delle istituzioni artistiche statunitensi in alcuni dei principali centri del Paese, guardando oltre le metriche finanziarie e di vendita per riflettere su come le loro scelte e comportamenti, possono influenzare le carriere degli artisti”, ha spiegato McAndrew.
Articolo di Desirée Maida – Artribune